lunedì 30 luglio 2012

La caduta Pellegrini solo quinta «Mi fermo un anno E’ il momento giusto» (La Gazzetta dello Sport)

Nei 400 sl Fede conferma il fallimento di Pechino: «Non riuscivo ad andare più forte. La colpa è solo mia». Oggi già i 200: «Sarà diverso»
La caduta della Divina. In quanti l’aspettavano? La Pellegrini stavolta non ha compiuto la prodezza: ha toccato quinta in 4’04"50 quinta come a Pechino nel 2008 dove era rimasta sotto ritmo; qui a Londra ha invece lottato, non s’e risparmiata duellando a distanza—cioe tra corsia 1 e corsia 8 — sino agli ultimi 25 metri per il bronzo con la detentrice del 2008, la britannica Rebecca Adlington, che il bronzo lo ha sfilato alla danese Lotte Friis di 97 centesimi in 4’03"01. L’oro e l’argento sono stati un affare franco- americano, un po’ come la staffetta veloce: a spuntarla e 
stata la favorita, Camille Muffat, la più costante della stagione, la francese che tanto soffriva Federica da averne fatto quasi una trasposizione. Crono Camille ha trionfato di 32 centesimi su Allison Schmitt in 4’01"45, record olimpico, tempo alla portata nelle stagioni migliori di Fede, crono che non piace affatto a Fede, rimasta saldamente primatista del mondo in 3’59"15 e ancora campionessa del mondo a Shanghai  (4’01"97). In una stagione, Fede ha dilapidato tre secondi, ma quei tre secondi non dicono abbastanza, come passare da quinta a quinta. Immaginate il quadriennio di Fede, e quello di una Adlington, che ha perso in casa, o di chi avanzava da dietro come la ragazza di Nizza folgorata dallo stile libero, lei che era nata mistista. Si apriranno dibattiti sulla caduta della Divina, che oggi torna in acqua nei più amati 200. Si potranno ricordare i suoi cambi tecnici, le sue scelte forti, i sommovimenti che questa gara le procura interiormente. Ma stavolta, come dice lei, neanche la massima concentrazione, una testa feroce e determinata come la sua potevano bastare al cospetto di queste avversarie. Dove ha sbagliato? Non ha sbagliato gara, e stata sempre in linea, ha certo sprecato energie nei primi 200 (2’00"62) necessarie a difendere una posizione da podio, non ha potuto sprintare perche le altre sono andate più spedite e lei le ha inseguite come poteva. Quando si perde cosi, non ci sono troppi rimpianti: questa Fede ha dato davvero tutto, e le origini della sconfitte non sono determinate da questa prestazione in acqua, per certi aspetti commovente nella generosità. Infatti dice a caldo: Non sono delusa. Ma se penso che si e vinto in 4'01 e mezzo allora mi sento delusa. Mentalmente mi ero preparata benissimo, mi dispiace molto. Il tempo della vittoria e un bel tempo, ma mi aspettavo di più dalla  Muffat. Sono entrata in gara per attaccare e cercare di reggere più possibile, ma non ci sono  riuscita fisicamente: ho fatto troppo fatica per un 4’04"50   deludente. Non e certo una soddisfazione essere superata dalla Friis, che non mi aveva mai battuta e che ha cominciato a fare i 400 quest’anno. Non so cos’altro dire. Nessun processo I troppi cambi tecnici hanno influito sul suo rendimento, hanno stravolto il fenomeno Pellegrini? Non do colpe a nessuno, anzi le do a me. Nello sport si vince e si perde . Cosa resta dopo una sconfitta simile? Non c’e rabbia per  la sconfitta perche sono stata  sconfitta tante volte. C’e rabbia perche ho dato tutto ma non sono riuscita ad andare più forte. I 200 sono un’altra gara e devo guardare subito avanti, avrò uno spirito diverso. La incalzano, e lei e impietosa con se stessa: Non riesco più a trasferire  in gara quello che faccio in allenamento. Escludo che sia stato un problema mentale anche se la testa a volte non può fare tutto, ma mi rendo conto che se escludo quello, si pensa poi a un problema fisico. Perciò voglio dire che non do alcuna colpa a Claudio (Rossetto, l’allenatore, ndr). Le motivazioni ci sono sempre state, altrimenti non sarei arrivata fin qui. No, non ho sentito il peso dell’attenzione su di me, o degli articoli dei giornali. Io nuoto per passione, perche il nuoto e l’amore della mia vita ed e quello che voglio fare, i risultati e le vittorie sono una conseguenza. Non ho voluto diventare famosa e poi campionessa di nuoto. L’anno di riposo capita a fagiuolo per una pausa . Futuro Il viale del tramonto comincia in questa umida notte londinese? Sta pensando a un fine carriera alla Phelps? Penso che lui smetta dopo questa Olimpiade. Io, anche per il solo fatto di avere meno anni di lui (ne compirà 24 il 5 agosto, ndr), ho tempo per ricominciare. Nel 2013 cercherò solo le qualifiche nelle staffette come ai Mondiali e agli Europei, no, non faro nessuna gara individuale internazionale, ma in quelle nazionali e un altro discorso. Ma di sicuro ho bisogno di staccare un po’, penso di meritarmelo e l’avevo detto prima di partire per Londra. Non c’entra insomma questo quinto posto in una gara cui teneva tanto Castagnetti, dopo la morte del quale nell’ottobre 2009 ci sono stati per Fede momenti difficilissimi.  Lei e ancora qui a lottare, ci mette la faccia e non scappa. Non scappa più dal blocco per l’ansia che le faceva venire questa gara, ha normalizzato  questa gara che ha saputo  dominare in due Mondiali. Ma appunto non c’e niente di eccezionale che questa Fede diventata troppo normale per essere la vera Fede.
STEFANO ARCOBELLI 

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