lunedì 30 luglio 2012

Unione in Eccellenza ma con un piano da “pro” (Il Piccolo)

Organizzazione strutturata, cura del vivaio, conti in equilibrio: il progetto di Franco Zadel è stato presentato a Edera
Tra una settimana la nuova società e il sindaco Roberto Cosolini dovranno inviare alla federazione la documentazione per l’iscrizione all’Eccellenza ed eventualmente (se saranno riusciti a trovare la risorse) la domanda per chiedere l’iscrizione alla D. Posto che la seconda opzione, subordinata all’accoglimento dell’istanza da parte della federazione, sarebbe più
consona per una città come Trieste e per le aspettative dei tifosi, in questi giorni si tratta di valutare un progetto senza il quale nemmeno in Eccellenza si potrebbe costruire un futuro per l’Unione. Nonostante le risorse anche per gestire l’Eccellenza siano limitate la Triestina non può non darsi un progetto da società “professionistica”. Perché altrimenti anche il salvataggio dell’affiliazione ai campionati dilettantistici non avrebbe senso. L’interesse di tutti è quello di costruire un modo di lavorare che possa portare dei risultati a medio termine. Nei giorni scorsi sul tavolo dell’assessore Edera è arrivato un progetto elaborato da Franco Zadel. L’ex portiere ha maturato ampia e approfondita esperienza nelle società dilettantistiche. Ha lavorato come consulente di Berti, ha avuto modo si sviluppare rapporti con alcuni professionisti (in primis Lo Monaco) che oggi lavorano nella massima divisione. Ma al di là del curriculum dell’autore, il progetto presentato si sviluppa su due asset utili per chiunque abbia intenzione di rilanciare la Triestina. Anche se si dovesse (come è probabile) ripartire dall’Eccellenza una società come la Triestina deve darsi  un’organizzazione da “pro”. «Creare una società che sia orgogliosa di rappresentare una città e un territorio di una grande tradizione e cultura che attraverso un’organizzazione professionale ed efficiente imposti un lavoro che sappia adeguarsi alle sfide dei tempi». Tradotto in concreto significa che la Triestina dovrebbe dotarsi di una struttura amministrativa (per quanto essenziale), di un direttore tecnico, di una staff medico, di una struttura destinata al marketing. E poi c’è da sviluppare il settore giovanile partendo dai ragazzi dagli undici anni in poi precedentemente addestrati dalle altre società della provincia alle quali fornire un supporto tecnico di qualità. Già, ma quante risorse servono per sviluppare questo progetto? Ora che la Triestina ripartirebbe pulita il piano prevede un anno in Eccellenza con costi di circa 600 mila euro e un secondo con costi per 800 mila in serie D. I ricavi, secondo il business plan, sarebbero in grado di pareggiare (purché il Comune si accollasse i costi degli impianti) in tutti gli esercizi. Il conto economico, specie nel pianeta calcio, può riservare delle variabili difficilmente prevedibili ma l’impostazione generale indica che i margini per impostare un lavoro, anche senza oneri milionari, ci sono. Nessuno pensi, nemmeno i temerari e apprezzabili imprenditori che hanno risposto sì all’appello di Cosolini, che l’impostazione organizzativa della Triestina possa emulare quella delle società che hanno legittimi e stimabili obiettivi dilettantistici. La presenza dell’Unione tra i dilettanti deve essere solo un momento di transizione. Altrimenti è meglio sparire.
Ciro Esposito

L’Ex tecnico della Primavera
Gorgone:«Frosinone è ok ma volevo restare a Trieste»
Anche se da romano per lui si è trattato praticamente di un ritorno a casa, Giorgio Gorgone le valigie per Frosinone le ha fatte a malincuore. E dentro di sé ha conservato la precisa sensazione che un giorno a Trieste farà sicuramente ritorno, per allenare proprio la Triestina. Proprio come Pavanel, anche Gorgone infatti ha aspettato a lungo che dalle ceneri dell’Unione nascesse una nuova società e probabilmente una squadra da allenare, ma alla fine , di fronte alle continue incertezze, ha dovuto cedere. E ha accettato le offerte dell’amico Stellone di fargli da vice sulla panchina del Frosinone, in Prima divisione. «Questa offerta della squadra ciociara – spiega Gorgone – mi è arrivata addirittura a inizio giugno. Li ho fatti attendere a lungo, oltre un mese, perché speravo ovviamente che ripartisse qualcosa a Trieste: infatti anche una serie D l’avrei fatta senza problemi. Ma poi il Frosinone doveva partire per l’attività e a inizio luglio ho dovuto dire di sì, visto che sul fronte alabardato non si sbloccava niente. E’ vero che per me è quasi un ritorno a casa, ma sinceramente avrei preferito restare a Trieste per continuare un certo tipo di lavoro che avevo iniziato». Gorgone però assicura i tifosi alabardati che questo non è certamente un addio: del resto dopo tanti anni con la maglia dell’Unione addosso e un anno in panchina ad allenare i Berretti, il rapporto che si è creato con la città è qualcosa di speciale: «State sicuri che io a Trieste ci torno. Non so quando,ma in futuro prima o dopo allenerò la Triestina. Quest’anno farò da vice a Stellone e sicuramente sarà un’esperienza utile,anche se per il carattere che ho io preferisco essere sempre quello che decide. Per carità, il mister mi dà ampi spazi di manovra,ma è ovvio che poi in futuro vorrò fare l’allenatore titolare».
Antonello Rodio

In serie D da affrontare cinque derby
Nella categoria più bassa il San Luigi e anche il Cjarlins Muzane...
Scorrono le ore in attesa dell’annuncio ufficiale della costituzione della nuova Triestina: la dead line è fissata per venerdì prossimo ma, come affermato dal sindaco Cosolini, per la Figc il tempo scadrebbe al 6 agosto. Comunque sia, non è ancora sicuro a quale campionato potrebbe partecipare la nuova società alabardata. Due le ipotesi, quindi, delle possibili avversarie con cui la nuova squadra dovrebbe misurarsi nella prossima stagione. Partiamo dall’ipotesi che tutti vorrebbero si verificasse, vale a dire ’inserimento nel torneo Nazionale Dilettanti. La categoria dovrebbe esser aperta a 162 società , suddivise in 9 gironi da 18 squadre ma, a meno che qualche formazione venga esclusa per qualche carenza, sono già 164 le società aventi diritto. Già in passato, però, un paio di gironi erano formati da 20 squadre. La nuova Triestina verrebbe inserita nel girone Triveneto: cinque le regionali da incontrare (Pordenone, Sacilese, Sanvitese, Tamai e Kras) poi Delta Porto Tolle , secondo lo scorso anno, Legnago, Montebelluna, Sandonà jesolo, Mezzocorona, Belluno, Giorgione, Union Quinto, e St. Georgen. A queste quattordici formazioni si aggiungono le neopromosse Trissino e Clodiense, dall’Eccellenza veneta, la trentina Fersine Perginese, Trento e Real Vicenza, vincitrici degli spareggi delle  seconde su scala nazionale. Con la Triestina il numero totale salirebbe a venti. Da non scartare l’ipotesi che qualche squadra veneta possa esser trasferita di girone che la scorsa stagione è successo a Virtus Castelfranco, San Paolo Padova e Virtus Vecomp. Già delineate le avversarie se il campionato d’appartenenza dovesse essere l’Eccellenza: nel torneo regionale i rossoalabardati sarebbero  la diciassettesima squadra (qualche problemino per trovare le date delle due giornate in più), quasi impossibile che il torneo venga portato a diciotto squadre e le avversarie designate saranno: Azzanese, Fontanafredda, Gemonese, Lignano, Manzanese, Pro Cervignano, San Daniele, San Luigi, Tolmezzo, Torviscosa, UF Monfalcone, Virtus Corno, le neopromosse Cjarlins Muzane, Lumignacco e Maranese e la retrocessa dalla serie D I.S.M. Gradisca. Visto il ritardo nell’iscrizione, in entrambe le soluzioni praticamente impossibile che la nuova squadra venga inserita nel tabellone della Coppa Italia.
Guerrino Bernardis

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