sabato 21 luglio 2012

Milan a caccia di affari Allegri: «Un acquisto per reparto» (La Gazzetta dello Sport)

Tutto low cost, questa è la filosofia. Valutiamo le possibilità, da qui a fine agosto c’è tempo»
Non si riconosce nell’identikit di cattivo della storia che gli hanno ritagliato addosso, però non scende in polemica con chi lo ritiene responsabile del disarmo milanista. Ormai è quasi un mantra: se il Milan si è liberato in maniera sbrigativa di svariati giocatori e qualche mito, è colpa sua. Massimiliano Allegri si mantiene sulla strada scelta da tempo: pieno accordo con la società, orecchie e occhi chiusi di fronte alle accuse pervenute a mezzo stampa. Come le scimmiette (non vedo, non sento, non parlo), Allegri non concede repliche. Al massimo poche parole: «Non sono un tagliatore di teste». Carta canta In una intervista a Sky, il tecnico del Milan fa i conti: sono partiti tanti che erano a fine contratto. «Gattuso, Zambrotta, Nesta, Seedorf, Inzaghi e gli altri che sono andati:
non è che domani ne troviamo altri dieci uguali e non è che tutti i giorni nascono i campioni, però io non posso avere la colpa delle carte d’identità. Credo di non aver tagliato nessuna testa, anche perché non ho il potere di tagliare le teste, non mi piace, e poi non ho nemmeno il potere decisionale su tutto perché sono un dipendente della società. Valutiamo e facciamo le cose insieme». Allegri non raccoglie i guanti di sfida lanciati da alcuni ex giocatori, non risponde ai bisbigli di uno spogliatoio che negli ultimi tempi era diventato abbastanza aperto. Basso profilo Ma ora si ricomincia, senza i pezzi migliori, eppure Allegri non fa un passo fuori dai binari tracciati dal club: il mercato si farà, a tempo debito, e low cost, perché questa è la filosofia giusta in un momento economico difficile. Un momento che ha portato a un affare chiacchieratissimo: la cessione di Thiago e Ibrahimovic, in questo caso iscritta come capo d’accusa del presidente Berlusconi più che del tecnico. «Credo che non allenare due giocatori tanto importanti possa dispiacere a qualsiasi allenatore, però la cifra che ha preso il Milan è altissima. Difficilmente un’altra società nel mondo poteva offrire quei soldi e il club ha ritenuto opportuno cederli, sapendo che poi mancano dei giocatori per andare a completare una rosa. Non parlo di progetti, perché si usa la parola progetto quando si costruisce un palazzo. Nel calcio, visto che siamo il Milan, ogni tre giorni parte  un progetto, che è quello di vincere la partita seguente. Quando partono giocatori di livello mondiale devi andare a sopperire con altre qualità, anche se il Milan ha altri elementi di grande valore. I campioni servono a esaltare la squadra ». Ricominciare I tifosi sono scoraggiati: non si vedono grandi investimenti all’orizzonte e la stagione nasce  accompagnata da cosmico pessimismo. Tutti vorrebbero un top player che non arriverà, però Allegri sembra tranquillo. «Non mi è stato chiesto niente riguardo al mercato, anche perché manca un mese alla fine. Due anni fa arrivarono Ibrahimovic e Robinho negli ultimi due giorni e la squadra cambiò completamente volto, sia a livello tecnico che di personalità. Diciamo  che questo è un anno zero: sono andati via dodici campioni, tanti per età e due per scelta societaria. Quindi, bisogna lavorare, riprendere a lavorare dalla base, anche se tanti giocatori dell’anno scorso sono rimasti ». Occasione o rischio? Senza Ibrahimovic, Allegri e il Milan dovranno trovare soluzioni nuove in attacco. Si dice che anche per questo sarà un anno speciale, però molto complicato, per il tecnico. «Quanto si vedrà la mia mano? Si vedrà come si era vista l’anno scorso e due anni fa. Bisogna trovare gente che possa giocare nel Milan e che, come caratteristiche, vada a completare l’attacco, il centrocampo e la difesa. Stiamo valutando quali sono i giocatori che è possibile prendere. Da qui al 31 agosto abbiamo il tempo per esaminare tutte le possibilità, perché per noi l’obiettivo numero uno è quello  di arrivare il 26 agosto, a inizio campionato, in buona condizione. Purtroppo quest’anno non abbiamo la Supercoppa italiana, ma questo ci permette di affrontare le amichevoli,  cercando di prepararci al meglio e di valutare anche i giovani che abbiamo in rosa». Quello che non può esserci, è inutile sognarlo: è l’estremo realismo di Allegri, il cappotto pronto per i grandi freddi. Che probabilmente arriveranno e neppure tre acquisti forse basterebbero a sanare lo scontento di tanti.
ALESSANDRA BOCCI

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