martedì 17 luglio 2012

CONTE ORA VOGLIO UN TOP PLAYER (La Gazzetta dello Sport)

La Juve che vorrei «Cerco un campione, ma per come gioca, non per quanto costa. Un colpo alla Vidal». Gli obbiettivi restano Jovetic e Van Persie
Ogni giorno Antonio Conte fa una fatica terribile ad abbandonare il campo di Chatillon. E il motivo non è la consueta seduta di autografi a cui si sottopone sempre con il sorriso (il record di durata finora è di domenica: 77’ tra mattina e pomeriggio). La realtà è che in campo Antonio si sente a casa. Venerdì a Roma gli hanno
chiesto di raccontare la verità sul calcioscommesse. Lui l’ha fatto, mala verità che più gli piace è quella del campo. Tra poco l’estate delle parole lascerà spazio all’estate del campo. Conte, il 28 maggio aveva detto: «Vi auguro un’estate serena, la mia lo sarà sicuramente ». È stato così? «Anche nei momenti più bui e dolorosi ho sempre avuto fiducia  in chi sta indagando. In Procura ho finalmente potuto esporre il mio pensiero e chiarire punto per punto qualsiasi situazione raccontando una verità assolutamente credibile. Un uomo conquista la propria credibilità passo dopo passo: in 42 anni la mia vita è stata credibile. Il presidente della Juve, la società, i 14 milioni di tifosi sanno chi è il loro allenatore e magari adesso cominciano a saperlo anche altri. Io ho la coscienza a posto, quindi la mia estate è stata serena». Se non fosse l’allenatore della Juve, sarebbe stato coinvolto  in questa vicenda? «In questo mese e mezzo si sono succeduti moltissimi pensieri. Ma ho grandissima fiducia perché le indagini sono fatte seriamente ». Ha cominciato a pensare a un patteggiamento?  «Queste sono cose che non riguardano me. Se sarà il caso torneremo su quest’argomento. Adesso parliamo di calcio? ». Parliamo di calcio. Questa è la  prima Juve senza Del Piero: sensazioni? «Ale è sempre presente. Dopo tanti anni è strano non vederlo con noi. Lo ringrazio per tutto. Quella di Del Piero è una "presenza che manca", ma bisogna saper andare avanti. Auguro ad Ale le migliori fortune ». Con quale spirito è iniziata la stagione della Juve? «Con lo stesso spirito dell’anno scorso. Non abbiamo perso le nostre caratteristiche: umiltà, voglia di lavorare, di ragionare con il "noi" e non con l’"io"». Dopo la prima fase del mercato sembra che il divario tra la Juve e le altre grandi si sia ampliato. E’ d’accordo? «Credo che le cessioni eccellenti abbiano dimostrato che la Juve l’anno scorso ha fatto qualcosa di super straordinario perché i giocatori da 40 o 50 milioni ce li avevano gli altri, non noi. Comunque è difficile dire no a certe cifre». La Juve è nettamente favorita? «Il palazzo che vogliamo tirare su adesso ha solide fondamenta, ma è ancora tutto da costruire. E mi sembra di vedere un po’ troppo entusiasmo. Il primo obiettivo è confermarci in Italia: dimostrare che l’anno scorso non è stato un caso. Poi c’è la Champions che affronteremo nel migliore dei modi senza tralasciare la Coppa Italia. Non dobbiamo dimenticare dove siamo partiti e cosa ci ha portato a vincere». È l’anno giusto per i l top-player? «Sono contento del mercato, ma c’è ancora qualcosa da fare.  L’anno scorso feci la battuta sul bass-player. Adesso vi dico che il top-player deve essere tale non a livello economico ma calcistico, come Vidal nel 2011. E sappiamo che quando non ci sono soldi vincono le idee». Nuovi acquisti. Lucio?  «Grandissimo giocatore. Ha entusiasmo e voglia di vincere. Sono contento dell’accoglienza dei tifosi per lui, d’altronde un professionista può giocare anche dieci anni con una maglia,ma quando la cambia deve sposare l’idea, il progetto, i nuovi colori. Lucio farà una grande stagione». Asamoah e Isla? «Due obiettivi centrati: hanno qualità tecniche e umane. Nella uova Juve non ci saranno titolari o riserve, ma una rosa all’interno della quale sceglierò  volta per volta chi darà più garanzie». Giovinco? «L’abbiamo voluto fortemente io e la società. È bravo nell’uno contro uno, veloce, fa gol e assist. È determinante e ha ancora margini di crescita. Poi sa che le mie scelte dipendono da quello che vedo in ciascun giocatore dai piedi fino alla testa ». Come e a chi assegnerete il numero 10? «Deciderò io con la società». L’avrebbe mai preso lei? «No... Non mi sarei mai permesso. Magari, tra i dirigenti, per qualità tecniche Paratici  avrebbe avuto qualche p o s s i b i l i tà...». Zeman ha già mandato un messaggio alla Juve. «Gli diamo il bentornato in serie A. Le migliori risposte, come sempre, arriveranno sul campo».
G.B. OLIVERO

Il nome caldo resta quello  di Jovetic  
Poi VanPersie  

Il montenegrino della Fiorentina
preferito all’olandese per l’ingaggio  
più basso e per la versatilità in attacco


Conte ha chiesto silenzio  per lo yo-yo test, a gran voce pare invece che continui a invocare lo Jo-Jo della Fiorentina. Due giorni fa, in ritiro a Chatillon, l’allenatore ha abbassato l’urlo del tifo per avere massima concentrazione sull’esercizio che stava svolgendo il gruppo. Altissimo resta il gradimento per Jovetic, primo nome nei piani del tecnico in ambito campagna rafforzamento bianconera. Per l’allenatore, che vorrebbe al più presto poter lavorare con l’intera squadra a disposizione, l’identikit di Jo-Jo si incastra alla perfezione con quello del top-player; la convinzione è che, là davanti, il talento della Fiorentina possa far di tutto: centravanti, punta esterna o suggeritore del padrone dell’area di rigore (il Montenegro funziona con Jovetic dietro Vucinic, guarda caso). Calcoli Possibili nuovi contatti in settimana: l’agente di Jovetic (ieri in Italia, ma solo per affiancare  Behrami nell’autografo sull’accordo con il Napoli) e il giocatore restano in attesa, dopo aver inviato una serie di segnali, compresa la volontà, fatta filtrare sottotraccia, di voler subito ambire a grandi obiettivi. Posizione simile quella che hanno assunto a Torino: vorrebbero che fosse Jovetic a fare un ulteriore passo verso la Juve, metodo utile anche per provare ad aggirare la resistenza viola, che non scende sotto il valore della clausola rescissoria e (per ora) non apre a contropartite tecniche. Un calcolo rapido confermerebbe però l’intenzione juventina di andar dritti su Jo-Jo; questo il ragionamento condiviso dalla società bianconera: meglio investire in cartellini che in ingaggi, dunque meglio i 30 milioni a stipendio contenuto che servirebbero per Jovetic, piuttosto che i 15 con mega- busta paga necessari per Van Persie, che resta comunque caldissimo obiettivo. Altre operazioni Non dispiacerebbe, in ogni caso, continuare a far cassa con altre uscite: dopo Elia, la Bundesliga potrebbe essere la prossima vetrina anche per Krasic. All’estero si cerca dimora pure per Martinez (in prestito) e Felipe Melo. Più a portata di mano resterà Motta, vicino al trasloco a Bologna in prestito con diritto di riscatto. Stessa destinazione per Gabbiadini, una volta conclusa l’operazione con l’Atalanta. Sullo sfondo restano Suarez e Destro, sempre più distaccati. Sussulto quando sul sito bianconero è comparso l’annuncio dell’arrivo di un giovante attaccante: semplice ingresso ufficiale nella rosa di Richmond Boakye, già da giorni a Chatillon.
ALESSANDRA GOZZINI

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