Ecco perché i 17 punti di distacco di maggio non sono più realistici. I giallorossi
mettono le ali: l’argentino e l’inglese si sono aggiunti a Maicon e Gervinho...
Le dimissioni di Antonio Conte hanno squassato la Juve. Un
cambio di allenatore a luglio fomenta incognite, dubbi, cattivi pensieri. L’infortunio
di Morata,
acquisto juventino di maggior peso, sembra un ulteriore segno di
avverso destino. Lo strapotere della Juve è finito? Il triennio magico non si
trasformerà in un quadriennio? E poi la domanda chiave: se lo scudetto non resta a Torino, chi
lo vince? Oggi come oggi la risposta non può che essere una: la Roma o il
Napoli, e per dirla tutta più Roma che Napoli, sempre che il mercato non regali
qualche colpo a sorpresa. La vera griglia di partenza l’avremo a trattative
chiuse, ma l’impressione è che la Roma sia salita ad altezza Juve.
Il fattore principale La Juve ha chiuso lo scorso campionato con 17
punti di vantaggio sulla Roma, un’enormità. La Roma è stata in testa fino alla
dodicesima giornata, poi si è consumato il sorpasso e ciao. A novembre è
cominciata l’irresistibile escalation
juventina, fino al più 17 conclusivo. Se si rimane fermi alla foto di maggio, non c’è discussione, ma siamo a luglio, sono successe delle
cose, ed è lecito ritenere che il più 17 sia diventato irrealistico. La Juve ha
cambiato allenatore, e che allenatore, la Roma no, e questo è il primo grande
motivo di avvicinamento. Massimiliano Allegri, il
successore di Conte, deve integrarsi ed è tutto da vedere che ci riesca in
fretta e bene. Il fattore panchina può ridurre di molto il più 17, ci sta che
la Juve immoli tanti punti sull’altare della grande mutazione di luglio. La squadra
campione d’Italia con ogni probabilità varierà il sistema di gioco, non
crediamo a un Allegri nel solco di Conte. La difesa a tre non fa parte dei suoi
convincimenti, sarebbe un adattamento, anche se è vero che si diceva la stessa cosa
nella prima estate di Conte alla Juve. Descritto come un talebano del 4-2-4,
Conte ci mise niente a virare sul 3-5-2. Però Allegri non ci sembra il tipo di
tecnico disposto ad abiurare le sue idee per il dio risultato. Garcia non ha di
questi problemi, 4-3-3 era e 4-3-3 resterà, e i meccanismi non possono che
migliorare. In questo senso Juve e Roma sono due ascensori, uno scende dall’alto
e l’altro sale da sotto.
Il fattore fasce La Juve ha preso Evra e Morata, la Roma ha acquistato
Iturbe, Cole e Keita. L’arrivo di Pereyra a Torino pareggerà quello di Ucan.
Per ora siamo lì. La Roma però ha acquisito un potenziale devastante sulle
fasce: Cole e Iturbe si aggiungono a Maicon e Gervinho, sempre che le bizze
dell’ivoriano per l’aumento non
si trasformino in un addio. Forse Garcia non li schiererà tutti
e quattro assieme, ma l’accoppiata Iturbe-Gervinho è roba da motomondiale, e per
questo il tecnico francese cerca un centravanti grande e grosso, uno che
capitalizzi la prevedibile fioritura di cross e assist. A centrocampo va
verificato il recupero di Strootman, nell’attesa fiducia a Nainggolan. In
difesa la mancata cessione di Benatia - se così sarà - avrà la forza di un
colpaccio in entrata. La Juve resisterà alle offertone per Vidal e/o Pogba?
Cifre e Champions Aspettando le rose definitive, si può scavare
nelle cifre della scorsa stagione. E’ molto difficile, per non dire
impossibile, che la Juve rimetta insieme 102 punti, con 33 vittorie in 38 gare.
Certe imprese storiche non sono duplicabili all’istante. Poi i micro-numeri del
2013-2014 dicono che la Juve ha primeggiato,
ma non in tutto. Alcuni parametri sono stati favorevoli ai
giallorossi, come dimostra l’infografica in pagina. «Passaggi nella metà campo avversaria»
è indicatore di baricentro alto: la Roma ne ha fatti di più. Anche «tiri
totali», «dribbling e passaggi riusciti» e «contrasti vinti» sono stati
appannaggio dei romanisti, seppure di poco.
Dettagli minimi, quel che conta è l’esito finale, ma le cifre
tecnico-tattiche - pure il vituperato possesso palla è stato romanista - danno
sostanza ai ragionamenti. I 17 punti di distacco non spiegano tutto. Per la
Roma il problema può essere la Champions, un anno fa l’Europa non c’era: come
gestirà Garcia il doppio palcoscenico?
Come si sdoppierà il 38enne Totti? Su questo terreno la Juve è
più ferrata e abituata.
SEBASTIANO VERNAZZA
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