Prima dell’annunciato anno sabbatico è in finale nei 200 sl «Visto? Non sono finita, ma ora non so che tempo valgo»
Non è ancora finita. Abbiamo ancora Fede. Crediamo ancora nella Pellegrini, dopo averla vista dominare con piglio la sua semifinale dei 200 sl, la gara che non perde dall’anno di grazia 2008. Proprio perché sarà la sua (per ora) ultima recita che conta prima dell’anno sabbatico,
vogliamo una Federica che si ricordi dei tempi d’oro, del Grande Slam, di essere la padrona e la primatista della specialità in 1’52"98. Crediamo in questa Fede che ha provato a rimuovere immediatamente lo sconforto del quinto posto nei 400 sl per tuffarsi con un altro spirito, con il piglio e l’orgoglio della numero uno, nella gara che ama di più, nella gara in cui ha sempre messo se stessa, da quando si rivelò ai Giochi di Atene 2004 con l’argento. Aveva 16 anni e pareva solo una mascotte. Ora ne ha quasi 24 ed è una star globale. Nascoste Federica aveva chiuso non a caso le batterie col primo tempo in 1’57"16, ed ha evitato anche in semifinale (quarto crono in 1’56"67) le due avversarie più quotate, le due medagliste dei 400 sl, la francese d’oro Camille Muffat (1’56"18) e l’americana Allison Schmitt (1’56"15), entrambe battute dall’australiana Bronte Barratt di 7 e 10 centesimi. Fede ha nuotato due volte a fianco di Missy Franklin, che s’è necessariamente risparmiata avendo 14 minuti dopo la finale dei 100 dorso, vinta con il record americano di 58"33, ma rischiando con l’ultimo tempo di qualificazione in 1’57"57. Le medaglie di stasera all’ora di cena, saranno servite da queste cinque fuoriclasse. E Fede accetta la sfida, da detentrice nei panni dell’inseguitrice: «Le altre non sono andate più forte, mi aspettavo di più. Certo che però sono stanca, ma lotterò sino alla fine: so di dover dare tutto, il cuore, la testa, il corpo,ma a costo di staccare le braccia devo dare tutto per cercare di vincere. Con il tempo della semifinale si ottiene poco, servirà almeno 1’55" basso. Sì, le più pericolose sono Schmitt e Muffat però non so quanto valga la Franklin visto che s’è risparmiata». Critiche E’ un assedio per Fede. E’ pressione quel dovere di dimostrare tutto ancora: «Ma una sconfitta non cancella il mio passato ». Fede ha vissuto vigilie e avvicinamenti così e non è questo forse che fondamentalmente la preoccupa: «Tensione per le altre? Non credo: a questo punto io non penso più, ho chiuso la parte della mia mente che riceve le sensazioni dal corpo. Non sento più niente: so solo che devo andare più vicina possibile. Io non sono finita, ma non so che tempo valgo, non so che limito possa raggiungere. So solo che la finale sarà tutt’altro tipo di gara». Accontentarsi o rischiare: «Se metto la firma per il terzo posto? No, voglio giocarmi alla fine tutto». Buona novella C’è tutta l’Italia stasera che aspetta una buona novella da Fede: «Se gli italiani possono tornare a sognare con me? Spero intanto di tornare a sognare io...». C’è solo una malcelata stanchezza che affiora in lei: «Per tutte queste gare in serie da tre giorni. Domenica sera abbiamo finito all’una di notte tra antidoping e terapie. Oggi (ieri, ndr) alle 6 ero già in piedi per le qualificazioni. In mattinata riposiamo, e poi vediamo di divertirci in gara. Lotterò fino alla fine, senza mai tirarmi indietro, come ho sempre fatto». Amarezza svanita I 400 sono persi, e l’amarezza è già svanita: «Anche in questo caso ho dato tutto e non potevo certo sbattere la testa da nessuna parte. Quanto alle risposte cerco di darmele da sola, andando forte in acqua dall’inizio alla fine». Allenatori, break per ricaricare le pile e tutto il resto verrà. Dipende tutto da stasera anche il futuro di Fede. Questa è la notte dell’orgoglio per una fuoriclasse che cerca
un’emozione fortissima e definitiva. Provaci ancora, Fede.
STEFANO ARCOBELLI

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